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il miracolo dell’espressione poetica

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Il miracolo dell’espressione poetica

intervista con
DALMAZIO MASINI

POETA,ATTORE AUTORE DI CANZONI PRESIDENTE DELL'ACCADEMIA ALFIERI DI FIRENZE associazione culturale che da oltre 25 anni svolge un ruolo importante nel recupero e diffusione della poesia di alto livello



Il canto di questo poeta si alza limpido e puro sul panorama poetico moderno privo di vere novità ,quest’uomo che ha fatto dell’esprimersi in versi e rime una ragione di vita ,è una delle voci più nobili della cultura Italiana .

E’ nato a Firenze dove vive e opera. Tutte le sue poesie sono raccolte nel volume SETTIGNANO E DINTORNI stampato nel 1983 a cura dell’AccademiaVittorio Alfieri (la terza ristampa ampliata è del 2003) - Dal 1989 è presidente dell’Associazione Accademia Alfieri per la quale nel Gennaio dello stesso anno fondò e ancora dirige il periodico L’ALFIERE/Dolce StileEterno. Debuttò giovanissimo, come autore, nel mondo della canzone e atutt’oggi sono quasi 500 i suoi brani editi tra i quali il più noto I GIORNI DELL’ARCOBALENO , nell’interpretazione di Nicola Di Bari nel 1972 vinse ilFestival di Sanremo (altri premi prestigiosi; il Gatto d’argento di Sorisi ecanzoni nel 1971 e il San Valentino d’oro nel 1999) - Nel 1983, a Firenze,fu tra i fondatori del gruppo teatrale I GIOVANI ATTEMPATI per il quale nei15 anni di vita della compagnia fu attore e autore delle 5 commedie musicalimesse in scena. Poi nel 1997 fu chiamato a far parte del prestigioso GruppoTeatrale “Societas Raffaello Sanzio” come protagonista del loro GIULIOCESARE, opera di successo che fu portata nei maggiori teatri europei ed ebbe anche due tourene’e in America e due in Australia/Nuova Zelanda e rimase in scena sino alla primavera del 2003. Attualmente è tornato a vivere a tempo pieno la sua prima passione, la POESIA ed è fondatore del movimento IL DOLCE STILE ETERNO per una nuova poesia degli anni 2000 che recuperi tutte le più belle forme della poesia italiana di tutti i tempi. Autore di molti sonetti a lui si deve l’invenzione della forma RONDO’ ITALIANO (le quartine incatenate ). Sempre alla ricerca di innovazioni stilistiche ricodiamo anche il suo “sonetto speculare”.

Un uomo fuori del comune anche perchè alla fine degli anni ‘90 un tumore alla laringe lo costringe ad un’operazione che lo priva per sempre delle corde vocali ,ma la sua tenacia, il suo temperamento che non si arrende mai nemmeno difronte a questa beffa atroce del destino ,lo aiutano a superare questo handicap e a ricostruirsi una” voce “ particolare dal caratteristico timbro con la quale come detto nel curriculum reciterà con la compagnia “Societas Raffaello Sanzio”l’impegnativo ruolo di Antonio nel cast del “Giulio Cesare”

Un poeta puro che non si è piegato ai facili clientelismi ,che non ha accettato facili alleanze per emergere ,dalle idee chiare e impegnative . Nel corso di un recente incontro gli ho rivolto alcune domande per meglio conoscerlo incuriosita da questa sua vita particolare e lui gentilmente come sempre ha accettato di rispondermi:

Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>

1 – Non saprei dire. Già a 4 anni imparavo a memoria le filastrocche dei libretti che mia madre mi leggeva. In seguito fui accanito lettore di giornalini e riviste per adolescenti. Partecipavo a concorsi e pubblicai qualche testo già all’epoca delle Scuole Medie.



> sei stato a contatto anche con il mondo della musica ce ne vuoi parlare? > hai anche fatto esperienze teatrali? >

2 – Nel 1959, quando avevo 20 anni vinsi un concorso indetto da un settimanale della Mondadori e uscì la mia prima canzone, “Uscita da un quadro di Modigliani”, che ebbe 3 o 4 versioni discografiche tra le quali quella di Achille Togliani che fu presente in parecchi programmi radiofonici e televisivi. Quell’anno mi iscrissi anche alla SIAE: pertanto considero proprio il 1959 l’inizio della mia carriera professionale come autore di canzoni che mi ha visto attivo sino a 5 o 6 anni fa. In questi più di 40 anni di attività ho pubblicato circa 450 canzoni tra le quali la più famosa, “I Giorni dell’Arcobaleno”, cantata da Nicola Di Bari, vinse il Festival di Sanremo del 1972.

Sono stato impegnato in operazioni teatrali a vario livello. Nel 1983 fui uno dei fondatori del Gruppo Teatrale “I Giovani Attempati”, compagnia amatoriale fiorentina che ebbe un certo successo e nella quale ebbi il doppio ruolo di interprete e autore di tutte le 5 commedie musicali messe in scena fino al 1996, anno in cui il gruppo si sciolse. Poi dal 1997 al 2003 fui chiamato a far parte del prestigioso cast del “Giulio Cesare” messo in scena dalla “Societas Raffaello Sanzio” e con questo, nel ruolo di “Antonio” per la regia di Romeo Castellucci, ho calcato i palcoscenici dei più importanti teatri di mezzo mondo.

Quando e perché è nata l´esperienza della rivista l’Alfiere?>

> Che cos´è cambiato dal 1985 a oggi nella rivista? Quali sono le novità introdotte i cambiamenti in corso d´opera?>

– Nel 1983 fui invitato a partecipare, come socio fondatore, alla costituzione dell’Associazione “Accademia Vittorio Alfieri”, della quale nel 1989 fui chiamato alla presidenza, e fu allora che fondai il periodico L’Alfiere, allora di 8 pagine e oggi, con l’inserimento dell’inserto “Il Dolce Stile Eterno” pervenuto alle 16 pagine..



> Come giudichi questi VENTICINQUE anni di attività?>

5 – Anche se l’Associazione fu fondata nel 1983, e quindi anagraficamente ha 25 anni di vita, in realtà la sua crescita è iniziata dopo il 1988. E’ sicuramente difficile pilotare oggi un’associazione di poeti quando si ha il coraggio di rifiutare la “cattiva poesia” che imperversa in ogni luogo. Per questo il nostro gruppo è composto da circa 190 e non da 500 persone.



> Organizzate anche deilaboratori di scrittura ed avete tante attività anche in altre città oltre a Firenze , ce ne vuoi parlare?>

6 – Abbiamo una sede operativa molto attiva a Genova e due punti di incontro fissi al di fuori della sede fiorentina: Rimini, ove organizziamo da più di 10 anni un raduno nazionale di una settimana a fine Luglio e Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, dove animiamo ogni anno due incontri nazionali rispettivamente di 3 - 4 giorni a inizio Giugno e di 2 giorni a metà Ottobre. Questo nell’intento di offrire ai soci più vaste e differenziate platee.

> Che cos´è il convegno di poesia per la riviera adriatica e quando si svolge?>

– Da oltre 10 anni è consuetudine della nostra Associazione organizzare, nell’ultima settimana di Luglio, un incontro nazionale dei soci all’Hotel Ivano di Rimini-Rivabella nel corso del quale si unisce l’utile di una serie di scambi di opinioni artistiche al dilettevole di ore di relax su una delle più belle spiagge adriatiche. Poi a metà vacanza, nel pomeriggio del mercoledì, in collaborazione con l’Università per la Terza Età e col patrocinio dell’Unione Albergatori di Rimini abbiamo a disposizione il Salone del Museo Civico per organizzare un Recital con le nostre poesie.





> cosa offrite agli scrittori esordienti? >

– Ai poeti esordienti noi intendiamo offrire diversificati punti in cui esibirsi, la possibilità di pubblicare sul nostro giornale, ma più che altro la possibilità di frequentare gratuitamente i nostri Laboratori di Poesia, fissi e itineranti. Attualmente il Laboratorio a cadenza più regolare è quello che teniamo ogni giovedì pomeriggio a Firenze, presso Il Centro Socio-culturale Il Fuligno, Via Faenza, 52 che Mario Macioce dirige da oltre 10 anni con indubbia capacità. Da 3 anni abbiamo iniziato una attività laboratoristica anche a Genova, con incontri mensili presso la Stanza Della Poesia di Palazzo Ducale, a cura di Elena Zucchini.

> esiste una casa editrice accanto alla rivista?>

No, non siamo editori. Pubblichiamo solo il trimestrale L’Alfiere/Dolce Stile Eterno e una antologia annua di una sessantina di pagine con le nuove poesie dei soci.



> Che cosa pensi della situazione del mercato letterario italiano?>

Il mondo letterario italiano mi sembra generalmente ancora sano e molta gente continua a leggere volentieri romanzi e saggi di ogni genere. L’eccezione è il mercato della Poesia dove le troppe persone che si autodefiniscono poeti e che stampano, a loro spese, anche più di un libro all’anno di pessima qualità, hanno creato una terribile confusione nei possibili lettori che non sapendo come districarsi preferiscono ignorare questo genere letterario. Credo comunque che l’origine di questa anomalia sia più a monte e da ricercarsi nella “cattiva lezione del novecento” che troppo spesso ha teso a confondere i due generi (intendo Poesie e Prosa) disorientando i lettori più volenterosi e nel contempo facendo credere a tutti coloro che possiedono un quaderno, una penna e il denaro per pagarsi la stampa di 200 libretti in tipografia di potersi definire poeti solo spezzettando le righe di banalissimi pensieri.

L’incontro con DalmazioMasini è concluso però ci ha lasciato oltre alla sensazione di grande forza d’animo e di solarità, per ricordo di questo piacevole incontro una sua poesia che dedico a tutti voi come messaggio di speranza e di forza.

IL PREZZO


Volevo l’onda calma e la tempesta

Il vino e l’acqua, il cielo e l’arenile,

gli alberi, enormi re della foresta

e le tenere erbette dell’aprile.



In cambio avrei donato solo file

di versi da cantare ogni momento,

certo d’essere il capro dell’ovile,

quello che solo vale più di cento.



E più che avevo e meno ero contento

negli anni accesi dell’età più forte,

quando ambizioso come un monumento

sognai perfin di vincere la morte



Ora che ho spalancato le mie porte

a una realtà che mai volli vedere

neppure un’ombra siede alla mia corte,

e nessun verso nasce al mio cantiere



Niente sono riuscito a trattenere

sprecando ad una ad una ogni occasione

per declinare sempre il verbo avere

e recitar la parte del leone.





Oggi mi basterebbe l’emozione

di un fresco bacio a risvegliarmi in festa

e in cambio di quest’ultima illusione

darei tutta la vita che mi resta.



DALMAZIO MASINI




 Elena Zucchini - 19/05/2010 16:53:00 [ leggi altri commenti di Elena Zucchini » ]

Sono molto contenta che venga diffusa una tale dichiarazione di poetica. In un mondo dove le regole più non esistono, anche la poesia "con le regole" può svolgere un servizio "educativo" per ripristinare norme e valori che sono alla base del vivere civile e perchè no, produrre un pò di bellezza che sola salverà il mondo e di cui si avverte un’estrema necessità.

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